Il 9 luglio 1943 gli Alleati sbarcarono lungo la costa meridionale della Sicilia per liberare l’Europa dal nazi-fascismo ed in soli 38 giorni sconfissero i militari dell’Asse che presidiavano l’isola. La versione prevalente e più diffusa degli eventi bellici siciliani racconta una facile conquista dell’isola da parte dell’esercito Angloamericano, ma i fatti dicono altro. Tra il 9 luglio ed il 17 agosto del ’43 persero la vita un numero imprecisato di soldati italiani e stranieri. Nella sola Battaglia di Gela, tra il 9 ed il 10 luglio -in sole 48 ore- trovarono la morte 4.000 soldati dell’Asse ed altrettanti Alleati, come ricorda l’allora sottotenente del Regio esercito italiano Raffaele Cristani nel reportage “L’ultimo testimone”.
A distanza di oltre 75 anni, a testimoniare gli orrori di una guerra dimenticata sono rimasti i Cimiteri di Guerra realizzati dalla Commonwealth War Grave Commission e dal Volksbund per onorare i militari Alleati e tedeschi caduti in battaglia. I militari italiani hanno invece trovato sepoltura in spazi ricavati all’interno dei cimiteri civili.
I Cimiteri di Guerra siciliani sono luoghi della memoria frequentati ogni anno da centinaia di visitatori che arrivano da lontano per lasciare un fiore sulla tomba di un parente mai tornato a casa o per onorare chi ha perso la vita combattendo per il proprio Paese. Questi luoghi costituiscono uno straordinario itinerario turistico-culturale ancora non valorizzato, aiutano a comprendere che la guerra è sofferenza e che la morte non fa distinzione tra vincitori e vinti.
Sono 3.684 i soldati Alleati che riposano nei cimiteri di Siracusa, Catania ed Agira, 4.561 quelli tedeschi sepolti a Motta Sant’Anastasia.